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Alfonsina Bellomo*

Un viaggiatore d'eccezione nella Sicilia del Grand Tour 

 

Jean Hoüel, Carta della Sicilia annessa al Voyage pittoresque 1782.

 

 

Quando Jean Houel arriva nell’isola, nel 1776, è già un disegnatore affermato e molto conosciuto nelle corti europee, ma, soprattutto, è un fine osservatore di uomini e cose. Houel rappresenta il prototipo del viaggiatore del Grand Tour: si sa adattare agli usi locali, è curioso e intrepido ma non manca di spirito critico e di umana comprensione. In quattro anni di permanenza in Sicilia Houel ha imparato perfettamente a parlare la lingua del paese e a vestirsi come i locali. ha visitato tutta l’isola tornando più volte negli stessi luoghi in diversi momenti dell’anno. Ha tenuto un diario molto minuzioso che sarà pubblicato a Parigi negli anni dal 1782 al 1787 sotto il titolo Voiage pittoresque des isles de sicilie de Malte et de Lipari: in questo il racconto del viaggio si alterna al commento delle stampe, testo e incisioni sono strettamente legati, infatti Houel più che un letterato è un artista, un disegnatore serio; ha osservato con attenzione, ha misurato, copiato, ricostruito non soltanto i siti archeologici che ha visitato, ma anche i luoghi di interesse paesaggistico e naturalistico; è salito sull’Etna coraggiosamente, con i pochi mezzi del tempo, cogliendo l’incanto del paesaggio e formulando anche ardite ipotesi geologiche; come un moderno designer si è interessato ad oggetti e manufatti locali: un frantoio, un mulino, una scuderia hanno attratto la sua matita conciliando la sensibilità estetica con l’attenzione per la tecnica. Houel è sostanzialmente un tipo socievole, ha familiarizzato con i siciliani preferendo il contatto con la piccola nobiltà, con la classe media e il popolo alla frequentazione dell’aristocrazia; della gente in Sicilia ha colto i tratti caratteristici, il profondo senso dell’ospitalità, la cordialità unita ad una certa diffidenza. I suoi racconti sono freschi e vivi, riproducono con semplicità il mondo contadino dell’epoca, come quando racconta della meraviglia suscitata dall’uso della mollica di pane per cancellare i disegni: gli abitanti di un paesino gli attribuiscono qualità di stregone e si spingono fino a chiedergli di guarire un bambino malato; lui non li delude, somministrando acqua e zucchero risolve magistralmente una leggera intossicazione. Le sue abilità artistiche sono messe realmente al servizio dei siciliani in diverse occasioni, specialmente durante le feste religiose, che in quell’epoca prevedevano lunghi preparativi: a Catania segue l’ideazione e la realizzazione del carro di S. Agata, a Siracusa si interessa al funzionamento delle macchine che permettono ad angioletti e vari figuranti di muoversi in aria durante le processioni pasquali. Insomma un viaggiatore speciale lontano dall’immagine del turista di oggi frettoloso e superficiale che spesso affligge l’isola con la sua presenza consumistica.

*(traduttrice del volume di Hélène Tuzet: Viaggiatori del Settecento in Sicilia - Sellerio ed. Palermo)

 

Jean Hoüel, Monumento trionfale a otto miglia di Siracusa,

 

 

JeanHoüel, Veduta dell'interno del Teatro di Siracusa, 1777 (guazzo)

 

sul viaggio di J. Houel in Sicilia, cfr. il link esterno al sito - Jean Hoüel - Voyage a Siracusa, all'indirizzo: http://www.galleriaroma.it/Jean%20Houel/Pagina%20iniziale.htm