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del periodo risorgimentale

 

 

Rivoluzione siciliana del 1848:

 

Dopo la rivolta a Palermo e nei maggiori centri dell'isola, il 27 marzo 1848 - nasce la Repubblica Siciliana. La Sicilia ritorna ad essere indipendente: Ruggero Settimo è a capo del governo e ritorna a sventolare l'antico vessillo siciliano. La rivoluzione siciliana del 1848 sarà poi soffocata dall'imponente esercito borbonico, comandato dal Filangieri, l'anno successivo.

 
 
 


  
Combattimenti dinanzi alla Cattedrale  di Palermo-(14-25 gennaio 1848)

 

 
 
 

 INDIRIZZO DEL COMITATO DI TUSA NEL 1848

Tusa, 3 febbraio 1848

 

A S.E. il Sig. Cav. D. Ruggero Settimo

Presidente del Comitato Generale

PALERMO

 

I cittadini di Palermo han mostrato al mondo intero che il cuore Siciliano non era pur anco spento e, degni figli dell’eroismo degli avi nostri, han saputo concepire e portare ad effetto la grande opera della nostra redenzione.

Le memorande gesta compiute in sì breve correre di giorni han destato negli animi Siciliani i vivi sentimenti della più alta riconoscenza:

l’Italia esulterà  ammirando questi Eroi della fiera sua rigenerazione -

Il popolo di Tusa, mercè noi che ha costituito membri di un provvisorio Comitato, annunzia a Lei, primo rappresentante della Nazione, le espressioni del suo giubilo nell’avere inalberato e baciato lo stendardo che ci riunisce fratelli nella speme  e nella gioia di novella vita felice -

Liberatori della Patria ponete questa Comune sotto le grandi ali che spiega la portentosa Aquila del trionfo siciliano –

 

 I componenti del Comitato provvisorio: 

                 Giuseppe Coco

                 Antonio Avv. Gulioso
 
                 Epifanio Silvestri

                 Gius. Dott. Mastrandrea

Rosario Mastrandrea

Benedetto Perrone

Carmelo Perrone

Antonio Naselli

Dal giornale officiale del Comitato Generale provvisorio in Palermo n. 1 del 13 febbraio 1848

 

N.B. Il documento originale venne donato, il 3 agosto 1953, da Antonio Gulioso jr. (1882 - l956) al Presidente della Società Operaia di Messina "per farne oggetto d'esposizione nell'archivio storico di detta Società".

 

 



 

 

1860 e oltre: l'avventura di Garibaldi,
e di Crispi suo agente segreto

 

 

 

 

Il 26 Luglio del 1859, poco meno di un anno prima dello sbarco di Marsala, l'avvocato siciliano Francesco Crispi (Ribera 1818 - Napoli 1901) - già nel Comitato di guerra durante la rivoluzione del 1848 - arriva a Messina sotto le mentite spoglie dell'argentino Manuel Pareda.
Crispi, repubblicano e vera mente politica dell'impresa, segretamente gira in lungo e in largo la Sicilia e riprende i contatti con tutti i liberali dell'isola riorganizzando i comitati rivoluzionari.
Successivamente, vinte le resistenze di Garibaldi, che voleva il suo intervento preceduto da una insurrezione generale, lo convince all'azione ottenendo la tacita complicità di Cavour e dello stesso Vittorio Emanuele (pronti a sconfessarlo in caso di sconfitta).
In seguito alla vittoria delle forze rivoluzionarie, Crispi viene poi nominato ministro dell'Interno e delle finanze del neonato governo provvisorio. Nel nuovo stato unitario sarà poi tra i maggiori esponenti della sinistra storica, più volte ministro e Presidente del Consiglio.

 

 

Vinni cu vinni e c'è lu tricculuri
vinniru milli famusi guerrieri,
vinni 'Aribaldi, lu libbiraturi,
'nta lu sò cori paura non teni.
Ora sì ca finìu Cicciu Barbuni!
La terra cci trimau sutta li peri:
fu ppi chist'omu ccu la fataciuni
ca la Sicilia fu libbira arreri!

 

 

 

 

9 Giugno 1860:

Picciotti e garibaldini: volontari di Tusa tra i Mille

 

 

   

 

   

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

segreteria di stato dell'interno

al signore .... presidente  del comitato civico di tusa

palermo 9 Giugno 1860

Signore

   la spedizione de' militi fatta al campo del generale fu opera che onora cotesto Municipio il quale volle anche stipendiarli durante il viaggio, quindi in risposta al di lei foglio del 28 Maggio ultimo nel manifestargline il gradimento le si appalesa di essersi indicati  i loro nomi all'Intendenza Generale dell'Esercito

il segretario di stato 

F.Crispi

 

 

 



 

 

 
 

Antonio Gulioso  (1814 -1874)

Presidente del Comitato Civico di Tusa

 

 

 



 

 



 

 

Il plebiscito del 21 ottobre 1860: le speranze deluse dei siciliani nel passaggio dai Borboni ai Savoia 

 

 

      

 
 
 

 I contrasti tra l'ala filo-monarchica e quella filo-repubblicana dei liberali emergono subito dopo la liberazione di Palermo, tanto che Garibaldi espelle dall'isola il La Farina che su mandato di Cavour (nel timore di una deriva democratica e antisabauda dell'impresa garibaldina), ordiva intrighi per controllarlo. Nel luglio del 1860, essendo Garibaldi in procinto di esportare la rivoluzione nel napoletano, chiede a Vittorio Emanuele di inviargli un "prodittatore" per sostituirlo a Palermo. L'astuto Cavour gli manda Agostino Depretis in quanto avversario del "repubblicano" Crispi e di sicura fede sabauda. In seguito, nel mese di settembre, i contrasti tra Depretis e Crispi  convincono Garibaldi a esonerare Depretis e a scegliere il diplomatico Mordini. Questi riesce a mediare efficacemente tra aristocratici e conservatori da una parte, che spingono per l'immediata annessione, e i repubblicani di Crispi dall'altra, che temporeggiano per cercare, ove possibile, una formula diversa. Il 5 ottobre 1860, il prodittatore Mordini, indice i comizi per l'elezione dei deputati dell'assemblea siciliana che avrebbero dovuto, a loro volta, determinare le modalità dell'annessione all'Italia. La cerchia di liberali vicina a Crispi fomenta una soluzione repubblicana e federalista in linea con il pensiero di Cattaneo. Per scongiurare questo pericolo una commissione di nobili e clericali siciliani corre a Torino e allarma Cavour, che subito, in difesa degli interessi conservatori, opera mille pressioni su Garibaldi e  lo convince della necessità di un'annessione immediata.
A questo punto al Mordini, il 21 ottobre 1860, non resta che indire immediatamente il plebiscito unitario in luogo dell'elezione dell'assemblea siciliana.

 

Affissione MURALE di propaganda per l'Annessione

     
     
 

(l'originale misura cm..29 X 21)

 

 

 

 

 

 
 

I quesito rivolto agli elettori è il seguente :
Il popolo vuole un'Itala una e indivisibile con Vittorio Emanuele II re costituzionale e i suoi legittimi discendenti?
Il plebiscito in Sicilia, dà i seguenti risultati:  432.054 "SI" e 667 "NO". Su una popolazione di 2.400.000 abitanti votano 432.720 cittadini (il 18%).

 

 



 

Dicembre 1860: il nuovo sovrano a Palermo, Deputazione del Municipio di Tusa presso Vittorio Emmanuele

 

Il primo DICEMBRE 1860 Vittorio Emanuele II di Savoia entra solennemente a Palermo tra entusiastiche accoglienze; il giorno seguente il Prodittatore Mordini gli consegna ufficialmente i risultati del Plebiscito, seguono gli "atti d'indirizzo" delle varie "deputazioni" delle località dell'isola.

 
 

All'Onorevole Il Sig. Presidente del Consiglio Civico di Tusa

 

 

All'Onorevole Il Sig. Presidente del Consiglio Civico di Tusa

 

4. Dic. 1860

Sig. Presidente

nel ringraziar lei per l'alto onore che mi ha voluto dare nel prescegliermi qual uno dei Deputati a rappresentare codesto onorevole Municipio presso il Re Vittorio Emmanuele Re d'Italia, nello stesso tempo la prego di voler interpretare verso codesto rispettabile Consesso della mia più sentita riconoscenza per essersi rigordati di appartener ancor io a Tusa e poter essere utile in qualche cosa al mio paese natio. Spero che il Municipio resti contento del modo come è stato rappresentato dalla eletta Deputazione e di avere indovinato il pensiero nello indirizzo che qui accludo che, se ella crede, leggerà in consiglio una a queste poche righe di ringraziamento. Colga Sig. presidente i miei distinti ossequi mi creda 

 div. servo

Antonio Muni

 

 



 

 

Dicembre 1860: Lettera d'indirizzo del Consiglio Civico di Tusa a Vittorio Emanuele II

(minuta)

 

 

 

Sire

Tusa grato rigordo alle memorie Siciliane e non ultima ad innalzare il glorioso vessillo della comune redenzione Saluta il Primo Soldato dell'indipendenza Italiana, mentre dall'altra porge un voto sincero di devozione, e di omagio al Re galantuomo Vittorio Emmanuele. Al grido d'Italia e Vittorio Emmanuele ogni cuore spera e gioisce, nel Re Vittorio Emmanuele i popoli contano la loro felicità, in Vittorio Emmanuele Soldato gli Italiani trovano la guarentigia della loro indipendenza.  Primo Soldato d'Italia proseguite la marcia gloriosa dei vostri trionfi, ma Re legale e galantuomo siate felice nei vostri popoli, Tusa per mezzo nostro ve ne offre gli augurj. Accettateli ------------

I deputati del Consiglio Civico
... Vincenzo Agnelli
... Blanda

 

 



 

 

1861: le prime elezioni politiche per il Parlamento
e l'inizio della "questione meridionale"

 

 

ANNO 1861

 

Il 27 GENNAIO 1861 -  Nel neonato Regno d'Italia, si vota per  le prime elezioni politiche del Parlamento nazionale (la legge elettorale è quella del 1848,  fondata sul censo). Votano solo 239.000 cittadini, su una popolazione di 25.756.000; fra i deputati eletti nel nuovo parlamento democratico, 85 sono i nobili, 72  gli avvocati, 52 i medici o professori universitari, 28  gli alti ufficiali dell'esercito.

 

 Il 17 MARZO 1861 a Torino, dopo la capitolazione della cittadella di Messina, ancora occupata dalle truppe borboniche,  viene proclamato il Regno d'Italia -

 
 

CERTIFICATO D'ISCRIZIONE NELLE LISTE ELETTORALI - 1861

COLLEGIO ELETTORALE DI TUSA

 

Nel periodo post-unitario la storia dell'isola si dissolve in quella dello stato unitario, mentre si manifestano subito i problemi socio-economici della Sicilia. Sotto i Borboni esisteva un' unica imposta progressiva sul reddito, adesso vengono esatte tutta una serie di tasse, tra cui  quella odiosa sul macinato, che era stata abolita da Garibaldi, nel 1860, appena autonominatosi dittatore dell'isola. La coscrizione militare obbligatoria, cui la Sicilia era stata da sempre esente, sottrae braccia insostituibili al lavoro agricolo e  viene vissuta come un abuso. Si assiste così alla renitenza alla leva e alla diserzione che producono di conseguenza il brigantaggio.
La difficile situazione economica post-unitaria, causa lo scoppio di rivolte a Trapani e Palermo. La vendita delle proprietà ecclesiastiche (legge Siccardi), butta sul lastrico la numerosissima schiera di fornitori e collaboratori delle stesse e produce un enorme gettito che viene incamerato dallo stato (che grazie a ciò nel 1876 pareggia il bilancio), ma non un centesimo viene speso per l'isola che viene trattata come una colonia da sfruttare. Il capitale liquido della Sicilia, contribuisce alla costituzione delle casse del nuovo stato unitario nella misura del 65%, ma solo pochi spiccioli ritornano ai siciliani in termini di servizi e investimenti. La perdita delle strutture industriali, smantellate al sud e concentrate al nord, genera il  fenomeno dell'emigrazione (dal 1871 al 1914 partono più di un milione di individui), che svuota l'isola dalle forze più intraprendenti.  Nel 1891 nasce il movimento a carattere socialista (ma non collettivista) dei Fasci siciliani dei lavoratori, fondato dal catanese G. De Felice Giuffrida. Nel 1893 avviene il primo delitto eccellente di mafia: l'assassino Notarbartolo, dal  nome del direttore del Banco di Sicilia, che aveva denunciato malcostume politico e finanziario. In Sicilia nel 1894, il cattivo raccolto causa  disordini e sommosse. Cade il governo Giolitti e gli succede quello del siciliano Francesco Crispi, che invia 40.000 soldati sull'isola a reprimere nel sangue il movimento dei Fasci imponendo la legge marziale. La parabola politica di Crispi si concluderà poi, all'indomani della disfatta di Adua nel febbraio del 1896, durante la prima, disastrosa, impresa coloniale italiana in Etiopia.

Ora ca c'è l'Italia, fanu Italia,
ccu 'na canna ali manu è la Sicilia,
lu beddu regnu ha jutu a gammi all'aria,
Palermu fa diunu chè vigilia!
St'ebbica d'oru cchi ni curri lària,
lu celu ni nni manna tirribilia;
l'oru e l'argentu squagghiaru ppi l'aria,
di carta la visteru la Sicilia!

Qualche link

sulla rivoluzione siciliana del 1848, consulta:
 
 - Santi Correnti: Storia di Sicilia come storia del popolo siciliano. Edizioni Clio, 2003
in rete:
http://www.cronologia.it/storia/a1848n.htm ( link esterno)

sul periodo risorgimentale e sulla storia della  sicilia

 
in rete:
- I fatti e le varie opinioni: www.cronologia.it
- il punto di vista indipendentista: www.csssstrinakria.org/mafia.htm
- il punto di vista  dei neo borbonici: www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Documenti/Pebliscito.htm#legittimisti
 
- in libreria:
- Santi Correnti: Storia di Sicilia come storia del popolo siciliano. Edizioni Clio, 2003